Scenari dolomitici mozzafiato, bimbi biondi che fanno il girotondo, melodie tradizionali ammodernate con suoni pop tipo Sanremo di qualche lustro fa. Tutto abbastanza trascurabile, se a un certo punto una bella e sorridente ragazza indiana in costume tirolese non si mettesse a cantare in tedesco. L'effetto è psichedelico, un cortocircuito di tempi e spazi degno delle allucinazioni a sfondo mistico di Fantozzi, ma è tutto vero. Il video di Monte romantico di Belsy è proprio così, ed è in rete insieme a molti altri simili. Le sorprese però non finiscono qui. Belsy Demetz è una delle cantanti più famose dell'area germanofona, ed è italiana. Meglio: è uno di quei nuovi italiani alla Mario Balotelli, la cui fama non può che giovare a un popolo ancora incerto sulla differenza fra rom e romeni, e mediamente piuttosto indietro sulla strada della tolleranza.
Nata nel 1984 a Vaythiri, stato del Kerala. Adottata all'età di un anno da Erika e Raimund Demetz, albergatori di Selva di Val Gardena, Alto Adige. Zecchino d'oro a sette anni, primo album a diciotto, quindi i riflettori del Grand Prix der Volksmusik, l'Eurofestival di chi parla tedesco. Belsy è terza nel 2003, seconda nel 2004 e prima nel 2006. Non come se l'Italia vincesse il Sei Nazioni, ma quasi. Una collezionista di minoranze, in pratica: indiana in Europa, ladina (in valle è il gruppo linguistico predominante) in una provincia tedesca, tirolese in Italia, italiana in un genere musicale - schlager, oppure volkstümliche musik, versione moderna del folk germanofono e alpino, più o meno quello che l'italiano medio si aspetta ascolti il crucco medio - dove l'hanno sempre fatta da padroni tedeschi, austriaci e svizzeri. Che effetto fa? “Tutti mi hanno sempre accolta molto calorosamente - dice a Rolling Stone - e non mi hanno mai fatta sentire diversa. Mi sento indiana nel modo di muovermi e ballare, italiana nell'essere energetica e nel parlare tanto con le mani, ladina e tirolese in tutto: mangiare, parlare, pensare, scherzare. Penso in ladino, ma parlo anche italiano, tedesco, inglese e francese.”
L'effetto è anche qui piacevolmente straniante: nella sua pagina Facebook, ad esempio, i messaggi di stato (mezzo di comunicazione semi-nascosto ormai diventato genere letterario a sè stante) riservano ibridi gioielli glocal come “Normalerweise son ben n fan dla neif, ma ca**o genau ncuei che uloi jí via n badia... vaff*****o.” Perchè pur cantando (benissimo) canzoni da matusa un po' loffie, Belsy resta una venticinquenne che ama Obama e Scamarcio. Una fan di Tiziano Ferro, Bryan Adams, Leona Lewis e Katy Perry che si divide fra palco e lavoro nell'albergo di famiglia, che ha un settimo album in uscita in primavera ma afferma di non essere interessata al mercato pop italiano (“Ci ho pensato, ma è troppo difficile, bisogna avere conoscenze”). Che canta quasi esclusivamente in tedesco, ma se qualcuno trova Tu ies mi angiul custode, versione ladina di I Will Always Love You, sappia che paghiamo in contanti.
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