FREDO VIOLA
L’alieno di famiglia
Statunitense di origine italiana, soprano professionista da adolescente e quindi regista laureatosi alla prestigiosa Tisch School dell’Università di New York, Fredo Viola è senza dubbio l’ospite più insolito di questa edizione del festival. Quello più di confine rispetto ai parametri cinematografici riconosciuti. Ma sono confini e parametri labili, messi in discussione ogni giorno dalla creatività umana, ridefiniti costantemente dalle conquiste tecniche e dalle forme del loro utilizzo. Fredo Viola riassume in sé questa confusione, e le possibilità che ne conseguono.
La sua espressione è un insieme difficilmente scindibile di musica, arti visive, cinema e performance. Una sintesi trovata confrontandosi con necessità e limiti, come spesso succede per le idee migliori. Dopo aver lavorato come montatore e designer di animazione Fredo decide di dedicarsi soprattutto alla musica, e da solo realizza canzoni fatte soprattutto di numerose parti vocali sovrapposte. “Man mano che le composizioni diventavano più complesse, ho cominciato a applicarvi alcune mie idee filmiche. Mentre pensavo a come strutturare i pezzi più intricati, visualizzavo la loro struttura come un viaggio cinematografico, o un sogno”. Come proporle dal vivo? Via video, creando un ensemble di tanti Fredo Viola sincronizzati, ripresi in parti diverse della stessa stanza e montati ognuno nel suo pezzo di schermo, ognuno impegnato a cantare la sua parte. Semplice, in fondo, ma ci aveva pensato qualcuno prima? “È il tipo più puro possibile di performance dal vivo, perché anche se non si sta realmente assistendo è senza correzioni, non adulterata. Ed è il massimo che possa fare senza far cantare una famiglia di miei cloni.”
Ma i diversi piani espressivi sono intrecciati a valle, oltre che a monte. Deliziosi acquerelli fra pop e folk, inni religiosi e canzone d’avanguardia, le sue melodie diventano addirittura straordinarie se viste. E vederle diventa il modo privilegiato di fruirne (non a caso, il suo album d’esordio The Turn esce con dvd allegato). A loro volta, i suoi cortometraggi sono molto di più che semplici videoclip delle canzoni. Come la sua musica, uniscono magia antica e soluzioni moderne, tensione romantica e pace, quotidiano e spirituale, con tecnica e gusto superiori. Parlando anche di cinema, tra le righe. Dichiarando la finzione in modo esplicito, come detto, o con piccoli dettagli - un microfono che entra in campo e viene spostato, la chiamata del ciak non tagliata - senza che ciò influisca sulla naturalezza del tutto, anzi esaltandola. E allora cinema può anche essere un video fatto di frammenti da 15 secondi catturati con una piccola macchina fotografica digitale, che su YouTube raccoglie ben 175.000 click in un singolo giorno. Cinema possono essere video realizzati in casa o per la strada, con mezzi semplici e idee chiare, e accessibili al di fuori dei canali tradizionali.
Per questo – ed è prerogativa dei Grandi – Fredo Viola è insieme un alieno piombato in mezzo a noi da chissà dove, e uno di famiglia che conosciamo da sempre. Per questo Fredo Viola ha senso, eccome, nel programma di un festival di cinema vivo e curioso come Corto in Bra.
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